martedì 3 maggio 2011

Ieoh Ming Pei


Ieoh Ming Pei (Canton26 aprile 1917) è un architetto cinese naturalizzato statunitense!
Ha vinto il Premio Pritzker nel 1983 e l'11 dicembre 1992 il Presidente George H. W. Bush gli ha conferito la Medaglia presidenziale della libertà[1]. È stato uno degli ultimi grandi maestri dell'architettura modernista. Lavora con le forme astratte, usando la pietra, il calcestruzzo, il vetro e l'acciaio. Pei è uno degli architetti di maggior successo del XX secolo!Nato a Suzhou, in Cina, il 26 aprile 1917, Ieoh Ming Pei è uno degli architetti di maggior successo del XX secolo. Proveniente da una famiglia agiata, studiò prima al St. Paul's College di Hong Kong, in seguito alla Saint John's University di Shanghai; quindi si trasferì negli Stati Uniti e vi avviò gli studi di architettura a 18 anni d'età. La sua formazione prese le mosse dall'Università della Pennsylvania per poi ottenere la Laurea in Architettura presso il Massachusetts Institute of Technology nel 1940. Nello stesso anno, Pei ricevette ben tre importanti riconoscimenti: la Medaglia "Alpha Rho Chi", il MIT Travelling Fellowship e l'AIA Gold Medal. Due anni dopo, si iscrisse quindi alla Harvard Graduate School of Design, e, da lì in avanti, lavorò come volontario per la National Defense Research Committee a Princeton, nel New Jersey. Tornato ad Harward nel 1944, conseguì il master in Architettura nel 1946 e rimase nella facoltà come assistente universitario fino al 1948. Nel 1951 ricevette il Wheelwright Traveling Fellowship.
Dopo essere divenuto cittadino statunitense nel 1948 , Pei e la famiglia si trasferirono a Boston, nella casa di Walter Gropius; nell'autunno, tornarono ad Harward e a Pei venne offerto un posto di assistente per un periodo di due anni. Sempre nel 1948, incontrò a New York William Zeckendorf, costruttore, e divenne Architectural Director della Webb & Knopp's. Entrò quindi a far parte della Webb & Knopp's, studio al quale si associò in seguito anche Ulrich Franzen.
Il 1955 fu l'anno dell'apertura a New York dello studio I. M. Pei and Associates, noto per aver affrontato i piani di risanamento delle strutture urbane di alcune città americane (Filadelfia, Chicago). Nell'agosto 1960, la "I.M.Pei & Associates", si distaccò dalla Webb & Knopp's di Zeckendorf. Di questo nuovo studio associato entrarono a far parte: Henry Cobb, James Freed, Araldo Cossutta, Easen Leonard . In seguito, aderì anche Theodore Musho nel 1961. Il nome definitivo dello studio di architettura di Pei fu "I.M.Pei & Partners", assunto nel 1966.

Tra le principali realizzazioni di Pei si ricordano: Mile High Center and Denver-Hilton Hotel a Denver (1955-57), Kips Bay Plaza a New York (1964), National Center for Atmospheric Research (1967), Christian Center e John Hancock Building a Boston (terminato nel 1975) e l'ampliamento della National Gallery di Washington (completato nel 1978), complesso della Biblioteca John Fitzgerald Kennedy a Boston (1979), Fragrant Hill Hotel a Beijin in Cina (1982), Museo d'Arte della University of Indiana a Bloomington (1979), Industrial Credit Bank a Teheran (1979), Museum of Fine Arts di Boston (1980), Jacob K. Javits Convention Center di New York (1980-86), progetto del Grande Louvre di Parigi (1983-88), International Design Center a New York (1983-89), edificio I.B.M. a New York (1985), complesso Gateway a Singapore (1986), Cen Trust Tower a Miami (1987), centro medico Mount Sinai a New York (1988) e il nuovo Deutsches Historisches Museum di Berlino (2003).
Ieoh Ming Pei è stato insignito del Pritzker Architecture Prize nel 1983. Nel 2004 ha vinto il concorso per la realizzazione della nuova sede della Regione Lombardia

                                 Ieoh Ming Pei-Piramide Museo del Louvre,Parigi


La piramide come forma geometrica fondamentale come archetipo storico appartiene all'arte di tutti i popoli e di tutte le epoche.
Coloro che associano la piramide alla "casa dei morti" interpretano male la storia e pensano solamente all'Egitto. E’ vero che la piramide egiziana ha costituito per lungo tempo il tipo ideale di sepolcro, ma è altrettanto vero che questa forma architettonica racchiude in sè alcuni valori sia simbolici sia spirituali non riferibili esclusivamente al concetto di morte. L'elemento principale di questo monumento storico è la massa: con le sue lisce ed immense pareti essa suscita senso di imponenza e di grandiosità. Considerandola duratura in eterno, l'uomo che la costruiva poteva illudersi di aver conquistato l'eternità.
Lo stesso Etienne-Louis Boulleè in alcuni suoi progetti di cimiteri ha voluto riproporre la celebrazione sepolcrale rappresentata dalla piramide per celebrare la natura!

Nel suo periodo storico, cioè la fine del '700, caratterizzato dalla cultura del "sublime" e da un'idea di architettura pura, "nuda" di ornamenti, la piramide enfatizzava la dimensione infinita dello spazio ergendosi come un tempio nella sua purezza della forma geometrica di base. In sintesi la piramide è certamente la forma geometrica che più di ogni altra è legata alla rappresentazione della morte e conseguentemente il monumento funebre per eccellenza, ma dobbiamo anche ricordarci degli altri valori e significati che ad essa sono stati attribuiti successivamente. Un salto di qualità si è avuto nell'epoca attuale, quando la tecnologia ha permesso di realizzare la piramide trasparente; la piramide allora abbandona la massa, si alleggerisce, diventa ancora più "astratta" e geometrica: la piramide di vetro può essere interpretata come il monumento che celebra la luce che è all'origine di ogni forma vitale. Vediamo qualche esempio recente. Naturalmente quando si parla di piramide trasparente non si può non riferirsi alla celebre piramide francese che è stata realizzata a Parigi da ]. Pei e che tanta risonanza ha avuto nel 452 mondo intero proprio perché è stata inserita nel famoso museo parigino del Louvre. Questa realizzazione ha forse segnato una tappa importante dell'architettura moderna perchè sancisce la nascita di un modello architettonico, altamente tecnologico, di monumento moderno destinato a diffondersi sul territorio come elemento rappresentativo e caratterizzante di un progetto.
Una forma architettonica che sta ottenendo un notevole successo imponendosi in architettura e nell'opinione di tutti come una tipologia ben precisa e proponendosi come un tipo o modello architettonico destinato alla ripetizione.





In questi ultimi anni numerose sono le piramidi trasparenti che si stanno realizzando, o sono già presenti, in Italia e all'estero dalle dimensioni più svariate: dall'edificio contenitore di funzioni, al l'elemento effimero caratteristico di un progetto, al caso limite di forma originale per lucernari e piccole coperture. La sua rapida diffusione è certamente legata anche al grande sviluppo tecnologico che in questi ultimi anni ha investito il settore del vetro raggiungendo trasparenze e configurazioni statico-tecnologiche prima impensabili, ma i problemi tecnici che si devono affrontare, quando si sceglie questo tipo di costruzione, sono ancora molti e particolari. Vediamoli attraverso l'analisi di alcuni esempi recenti di piramide.
La piramide del Louvre 
Vestibolo del rinnovato Museo del Louvre, l'ormai celebre Piramide di ]. M. Pei è entrata nel paesaggio e nella simbologia di Parigi. Questa possente struttura dall'aerea trasparenza è l'elemento di massima evidenza del progetto chiamato Grand Louvre. Amata e discussa, nata dalla fantasia creativa e dalla ricerca tecnologica, si erge al centro della Cour Napoléon segnalando l'ingresso principale al Museo a cui si accede tramite una scala elicoidale che porta nel sottosuolo dove è stato ricavato il nuovo atrio centrale con i suoi servizi.
L'idea della piramide si riallaccia ai progetti sviluppati dagli architetti della rivoluzione e ne rappresenta quindi la degna celebrazione del duecentesimo anniversario. La forma piramidale è suggerita, oltre che da opportunità strutturali, costruttive e funzionali, anche da criteri architettonici e d'inserimento ambientale, cioè non essere quest'opera confusa come completamento o aggiunta dell'attuale complesso, ma da questi staccarsi nettamente rappresentando un segno proprio dei nostri tempi (costruzioni tutto vetro). Eterna nel suo volume e moderna nel materiale la piramide scatena in un primo tempo stupore e polemiche rivolte soprattutto al suo simbolismo ma poi ci si accorge che le masse esterne e lo spazio interno si fondono tra loro e la luce passa intatta attraverso le pareti di vetro la cui continuità è resa possibile da una sottile struttura d'acciaio. 



La leggerezza dell'insieme è accentuata da uno specchio d'acqua dal quale la piramide sembra emergere. Tecnicamente la Piramide è stata progettata basandosi su una struttura metallica di acciaio inox che sostiene 675 losanghe e 118 triangoli di vetro speciale. Il peso di ogni losanga è di 140 chilogrammi per un totale di circa 95 tonnellate. La realizzazione della copertura in vetro Š stata affidata alla Saint Gobain, dopo una competizione tecnicamente molto sofisticata tra i più importanti produttori del mondo di vetri speciali.
Losanghe e triangoli sono stati realizzati in lastre stratificate Visarm, composte da due lastre di cristallo extra-bianco (extra-chiaro), dello spessore di mm l0 l'una e unite tra loro da uno strato interno di Polivinilbutirale di mm 1.52 per uno spessore nominale complessivo di mm 22.
Il vetro utilizzato è un prodotto di nuova concezione, per la cui realizzazione è stato progettato e installato un nuovo forno nell'antico stabilimento della città di Saint Gobain nell'Aisne, evidentemente una concessione da parte dell'azienda alla sua grande tradizione vetraria. Si tratta di un cristallo extra-chiaro, con caratteristiche simili a quelle del vetro usato in ottica per le lenti, ma privo dei riflessi verdi dovuti alla presenza dell'ossido di ferro. In questo modo sono state soddisfatte le richieste dell'architetto Pei che aveva previsto l'uso del vetro con caratteristiche cromatiche e di trasparenza vicine all'assoluto.
La scelta del vetro stratificato di sicurezza risponde naturalmente alle necessità dettate da una struttura aerea sotto cui passeranno ogni giorno migliaia di persone. La grande Piramide ha un'altezza di m 21.60 e una base di m 35 per lato, la sua superficie è composta da 603 lastre a forma romboidale e da oltre 70 triangolari. Le tre piccole piramidi complementari sono alte m 5, con un lato di base di m 8, e posseggono superfici vetrate composte da 72 lastre romboidali più altre 48 triangolari. Pertanto il complesso piramidi assomma 793 lastre stratificate per una superficie totale di mq 2.092 circa ed un peso complessivo di solo vetro per circa 110.000 kg.
La struttura della piramide rientra nella categoria delle "facciate strutturali", tecnica con la quale i corpi trasparenti sono incollati ai profili metallici mediante un sigillante siliconico. La superficie esterna del vetro rimane quindi completamente libera e continua in quanto non necessita dei tradizionali telai portanti a forma di cornice. I vetri sono fissati con del silicone della Rhone- Poulenc alla struttura sottostante che è rivestita di una lacca fluoro carbonica per migliorare l'aderenza del sigillante.




       La progettazione e la costruzione della struttura metallica della piramide sono state eseguite dalla CFEM, Compagnie Francaise d' Enterprises Métalliques. 
Questa struttura portante è composta da tubi e cavi d'acciaio inossidabile il cui diametro non supera i mm 16 per gli elementi di tensione e i mm 58 per le aste compresse.
La parte in acciaio collabora con i profilati portavetri, estrusi di lega d'alluminio forniti dalla Intexalu, società del gruppo italiano Metra. L'ossatura d'alluminio e la struttura portante d'acciaio inossidabile sono collegate mediante un sistema di chiavette a viti ed eccentrici che permette la registrazione nelle tre direzioni. Una nota di colore su questa realizzazione, che si è avvalsa di tutte le sofisticate tecnologie che l'industria può mettere a disposizione, è il problema della manutenzione. 
L'inquinamento dell'aria minaccia la trasparenza delle vetrate. Il progetto iniziale prevedeva per le pulizie un sistema robotizzato ma poi si è dovuto far ricorso all'intervento dell'uomo, con un primo intervento d'emergenza compiuto non da tecnici ma da due esperti alpinisti. Assicurati con delle corde hanno fatto il lavoro a regola d'arte, utilizzando una normale attrezzatura sportiva e fornendo un collaudo aggiuntivo alla solidità della struttura.